Alvise Filippo Stefani
Johann allein
in memoriam di Maria Barbara Bach
vincitore del Premio “Lorenzo da Ponte” 2019
€14.00
Anno Domini 1720. Ritornato a Köthen dopo due mesi di assenza, Johann Sebastian Bach scopre che la moglie Maria Barbara si è ammalata ed è morta.
Ripercorrendo la vita del maestro, Stefani cerca di descrivere il comportamento di un uomo di fronte a misteri che ancor oggi affliggono il nostro presente tanatofobo, indagando le vie e i paesaggi musicali attraverso cui il giovane compositore è riuscito a esprimere il suo dolore trasfigurandolo con la sua arte e rendendo infine omaggio a Maria Barbara, lasciata troppo spesso nella penombra della morte prematura avvenuta esattamente trecento anni fa.
Disponibile anche in formato digitale: PDF – EPUB
danillo –
Originale per titolo e trama il libro di Alvise Filippo Stefani si legge volentieri e tutto d’un fiato.
L‘autore ci accompagna dalla opprimente angoscia di Johann quando entra nella casa vuota senza Maria Barbara alla serena accettazione della solitudine, con un percorso che si snoda tra paesaggi della Sassonia, vita quotidiana del Cantor, creatività musicale e visioni degne dell’Apocalisse.
Siamo profondamente coinvolti: soffriamo il caldo di quell’estate , ascoltiamo l’”organo pleno” di Buxtehude, viviamo la tenera e complice passione di due giovani innamorati.
Lo stile è ricco e accattivante, a volte vittima di un autocompiacimento quasi narcisistico, favorito dall’uso di qualche termine un po’ “tecnico” (opportunamente descritto in un Glossario). Il testo fluisce con linearità e piacevolezza, tra immagini quasi fotografiche e visioni imprevedibili come scintillanti onde di un torrente tra i sassi.
Bellissimi gli incipit di alcuni capitoli: la furtiva complicità del “vieni” (In praesentia 1), la banalità di un’evidenza (“sabbia!”) (In praesentia 2), buttati là come un amo tentatore.
Il vero protagonista è l’amore per Maria Barbara passato dal ricordo di momenti di gioia allo sconforto per la sua prematura e inaccettabile scomparsa. A questo dolore tutto il mondo partecipa, in un gemito universale degno di una lirica greca.
Questa immensa sofferenza non genera disperazione, ma con una faticosa gestazione fa germogliare sublimi brani per organo e insuperabili suonate per violino, e accompagna Sebastian e tutti noi verso la luce.